Mi vorranno perdonare gli amici ed i lettori se non farò i nomi ed i cognomi del “ministri” della più recente e cosiddetta controinformazione italica, se non metterò a nudo la loro culturalmente lombrosiana e modaiola comunicazione (a Roma si potrebbe dire piaciona..) che gli permette di essere invitati (e poi ben pagati dal “volgo” che deve essere dispensato di chissà quali oracolari verità) in festival internazionali, saloni del libro di Torino e via dicendo, il tutto senza aver concretamente, realmente, coscientemente, mai combattuto. Sì, hanno pubblicato, ripubblicato, sono stati vendutissimi, visualizzazioni a valanga, interviste, bestsellers, followers, il sito, l’esclusiva, la Diretta Live, ecc..ma combattuto? Niente.
Perché questa breve premessa? Perché oggi voglio dire grazie ad un professore, autore, scrittore, saggista, che non solo sa scrivere (niente GhostWriter o ChatGpt), sa cercare ciò che ha valore (mica le visualizzazioni..”Ognuno vale quanto ciò che ricerca” Marco Aurelio) e sa pensare non solo la Storia ma anche dentro la Storia, ma soprattutto è da me apprezzato poiché è un amico che sa combattere. Sa combattere al fianco di coloro che sono impegnati in una giusta, quanto solitaria spesso, lotta. Ebbene sì. Perché questo serve alla fine dei giochi, come si suol dire, sapere combattere e combattere bene. Di chi sto parlando? Del Prof. Roberto Bonuglia. Ma andiamo con ordine.
Nel novembre del 2023 ho pubblicato il libro Cospirazione Kennedy – Oltre 370 fatti sconvolgenti che provano l’esistenza di una cospirazione dietro l’attentato mortale al presidente John Fitzgerald Kennedy. Un libro totalmente ignorato dalle varie Case Editrici “alternative ed anti-sistema” (denominazioni queste così vaghe e generali che meriterebbero un articolo in merito..) a cui mi ero rivolto, consapevole ovviamente che la “grande” editoria non mi avrebbe mai “visto“. Un libro frutto di anni di lavoro, documentazione, passione e studio che è stato pubblicato nel 60° anniversario della tragica morte del presidente JFK a Dallas. Un libro che ha trovato sin da subito la collaborazione viva, sentita ed importante dell’amico, regista e documentarista di fama internazionale, Massimo Mazzucco.
Mazzucco non ha solo dedicato due documentari di grande valore ad i Kennedy (su JFK e su suo fratello Bob) ma è anche l’autore, negli stessi documentari, di rivelazioni incredibili in merito alle loro tragiche morti. Rivelazioni coraggiose che hanno fatto discutere, sono state portate nuovamente alla luce, hanno posto importanti interrogativi. Prima di pubblicare il libro ho avuto anche il piacere di intervistarlo in video nell’occasione del sessantesimo anniversario della morte del presidente a Dallas nel novembre del 1963. Il mio lavoro è piaciuto molto a Mazzucco, così tanto che mi ha concesso anche un intervista esclusiva da inserire nel volume. E’ stato entusiasta di essere dentro quest’opera e coraggiosamente mi ha dato il suo contributo. Lo ringrazierò sempre.
Intorno a noi, tuttavia, il deserto. Dove gli influencer anti-sistema? Dove i coraggiosi difensori della ricerca storica seria e di valore? Dove i giornalisti indipendenti? Dove i novelli storici moderni, così assetati di ricerche e di studio? Il deserto.
Nonostante ciò, il libro ha però iniziato ad essere letto, conosciuto, apprezzato. Da chi? Dai lettori, dai curiosi, dalle persone che seriamente hanno voluto capire, scoprire e studiare un saggio che riuniva i pensieri, le indagini, le interviste che non trovarono spazio, voce e giustizia negli Stati Uniti da parte del Governo. Parliamo del lavoro del Procuratore di New Orleans Jim Garrison, del giornalista investigativo Harold Weisberg e molti altri. Elencarli tutti sarebbe arduo, nel libro sono naturalmente tutti citati nelle loro documentazioni, libri e articoli. Sono autori che hanno combattuto per la verità, anche contro il Governo, contro il cosiddetto mainstream, additati come pazzi, alienati cospiratori, folli in cerca di celebrità. Hanno dimostrato di essere Esempio.
Qualche tempo dopo, ho pubblicato anche un edizione in inglese ed in spagnolo del libro. Entrambe le versioni sono state apprezzate.
A maggio di quest’anno vengo contattato dalla Redazione 9MQ , testata giornalistica d’inchiesta bolognese, interessata alla mia opera. Realizziamo un intervista in Diretta Live su Facebook molto apprezzata.
Dopo tale occasione, però, di nuovo il silenzio, soprattutto – ci tengo a ribadirlo – da parte di coloro che si ergono a “portatori di luce” e curiosi indagatori delle vicende meno portate all’attenzione del pubblico da chi amministra perversi poteri. Tale situazione non mi è nuova, è già successa in altre occasioni. Da oltre 18 anni pubblico materiale di valore in rete. So come funziona. La verità – dietro la maschera di questi “amanti disinteressati” del “sapere” – è una sola: devono difendere il proprio orticello di visualizzazioni, amano rubare contenuti altrui interessanti (invece che cercare collaborazioni) e alimentare la loro sete di ricchezza che si base, oltre che sull’ego, sull’essere venduti. Stra-venduti. Ma perché questo libro è stato come ignorato, non considerato, passato quasi sotto silenzio?
In fondo di cosa stiamo parlando?
E’ soltanto l’anniversario di una cospirazione ampia e organizzata che uccise un presidente degli Stati Uniti che aveva tentato di arginare lo strapotere del cosiddetto Deep State che tuttora ci governa ed era stato il presidente che si era opposto ad una politica militarista che avrebbe devastato il mondo. In fondo è soltanto un libro che raccoglie oltre 300 punti, più di 20 libri, decine di documenti e interviste, spesso con materiale inedito, a svelare nei dettagli le verità non raccontate dietro la fine di JFK. In fondo mi sono auto-pubblicato per poter far “sentire” la mia voce, far conoscere questa indagine, questo perché non ho i parenti giusti e la faccia giusta per le “belle” visualizzazioni ed la stampa sui cartelloni, a godimento dell’ipnotizzato popolaccio.
Chi ha dato invece recentemente testimonianza diretta, personale, coraggiosa di aver apprezzato coscientemente e profondamente la mia opera, oltre ai già citati Mazzucco ed i Redattori della testata 9MQ ? Il prof. Roberto Bonuglia. Ne ha parlato durante una Diretta Live su YouTube, ha mostrato la copertina del libro a tutti coloro che stavano seguendo l’incontro con Francesco Lamendola. Sono stato veramente felice di questa citazione-video, perché ha rappresentato non solo un attestato di valore nei confronti della mia opera, ma altresì un Esempio ed un Simbolo di coraggioso impegno – pari al mio di saggista della stessa opera – nel voler ricordare come, per perseguire, ottenere e difendere il bene – non basta una recensione su Amazon e un titolo accademico, un pugno di visualizzazioni, un libro pubblicato – ma serve coraggio di esserci, metterci la faccia, sapere vedere oltre le pagine. Il combattimento supremo è sì di natura interiore e personale, lì bisogna superarci, ma è sempre nel mondo fisico, a contatto con il mondo, che bisogna dare prova di sè.
In conclusione rivolgo il mio ringraziamento nuovamente a Massimo Mazzucco per la collaborazione generosa e di valore, alla Redazione 9MQ per essersi interessata al mio lavoro e avermi dato uno spazio importante per parlarne, al professore e amico Roberto Bonuglia per aver parlato del mio saggio sulla fine di JFK, durante una Diretta Live, senza paura e con gioia.
Ringrazio naturalmente anche tutti coloro che hanno acquistato il volume, lasciato la recensione su Amazon al fine di farlo conoscere ai più e coloro che si impegneranno per farlo maggiormente diffondere come lettura di valore in merito alla vicenda JFK.
“Una nazione che ha paura di lasciare che il suo popolo giudichi la verità e la falsità […] è una nazione che ha paura del suo popolo.”
John Fitzgerald Kennedy
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Andrea Larsen