Flann O Brien non ha avuto fortuna, ma ciò capita a molti ottimi scrittori, grandi e veri uomini. Non ha avuto fortuna (forse questo è stato proprio il marchio del suo valore) perché i suoi contemporanei non ne hanno compreso la grandezza e i rari lettori non ne hanno sufficientemente celebrato il genio. Ho personalmente letto due libri di questo vivo, surreale, potente scrittore e non posso fare altro che celebrarlo come un autore immenso, anche solo per queste due opere che cercherò di raccontarvi.
Il primo libro si intitola “Vita dura“, qui potete ascoltarmi nella mia recensione su YouTube, ed è un affresco di vita reale, dura, irlandese, giovane, commovente, un susseguirsi di echi, impressioni, emozioni, in un trionfo di semplicità e stile senza pari. Si entra subito nel libro, si comprende ciò che non viene scritto ma vive tra le righe, ci si commuove per l’inventiva dei personaggi, per il loro carattere istrionico, personale. Non c’è trama, non c’è la ferrea logica dell’ABC del romanzetto, la linearità delle “Scuole di scrittura”, anzi, via queste muffe e questi soporiferi ingabbiamenti e ottusi orizzonti! Il racconto di O’Brien “Vita dura” è un correre verso la vita, cavalcare onde mortali, sognare fissando il cielo d’Irlanda e sentire d’esser piccoli quanto invincibili, qualcosa di assurdo.
Il secondo romanzo che ho letto è stato “La miseria in bocca“, qui acquistabile, dove si descrive una povertà immensa con una serenità e tranquillità divina, trascendente, si apre un sipario sul valore delle lingue antiche con strambi personaggi ed un tempo che scorre senza rabbie, frenesia, scandito dalle piogge, dalla fame, dai passaggi della vita (la crescita, il cercare una moglie, ecc..), con gli animali che sono più compagni di sventura che cibo, che anime da sfruttare. Ci sono sogni e indolenza, pigrizia e mito, orizzonti sconfinati e misteriosi, personaggi che sembrano veramente leggendari nella loro caratterizzazione..sono d’uno stampo che non esisterà più (come spesso ripete O Brien nel testo). Il finale è struggente, d’un altezza filosofica ed emozionale senza pari. Un culmine scioccante e indimenticabile che pare l’epilogo d’un capolavoro di Dostoevskij. Da leggere, perché non si dimentica.
In conclusione di questo breve articolo-consiglio: leggete Flann O Brien. Perché vi farà ridere alle lacrime, vi farà perdere lungo avventure meravigliose, vi racconterà la vita vera, vi parlerà con nuda lingua, senza inganni, senza artifici, senza volervi “educare” con storielle morali, ma donandovi soltanto ciò che merita d’esser difeso oggidì: l’antica e misteriosa saggezza della vita fatta di assurdità senza ritorno..
Andrea Larsen