Theodore John Kaczynski è morto. La notizia è passata quasi nell’indifferenza generale. Le testate giornalistiche hanno scritto appena qualche banale inesattezza in classici testi partoriti da un mix tra Wikipedia ed altri articoli di giornali concorrenti (o probabilmente quei miserevoli scritti sono stati generati da ChatGpt) e la “cronaca” è così soddisfatta. Ma chi conosceva Kaczynski vuole mettere in chiaro le cose.
In un breve e parziale passaggio, evidenziamo alcune inesattezze che meritano chiarimento. RaiNews fa il suo titolo ad effetto parlando di Kaczynski suicida in cella, per ammettere dopo nel suo stesso articolo che non si ha nessun dato certo sulla morte, che la polizia non ha chiarito nulla in merito. Ma il lettore medio che fa? Legge il titolo e va bene così. La gente clicca e il sito diventa “ricco” e le pubblicità può venderle al triplo. E le vaccate passano alla Storia. L’articolo prosegue dicendo che Kaczynski ammise la sua colpa. Falso. I suoi avvocati per evitargli la pena capitale chiesero al giudice di considerarlo incapace di intendere e di volere, un malato di mente insomma, negandogli così ogni possibilità di parola, difesa personale, voce in capitolo con lo svolgimento del processo. Il povero Kaczynski disse che tale decisione era stata presa dagli avvocati (e da una psicologa, altra figura utile al funzionamento del Matrix moderno, QUI un video interessante a proposito che vi invito a guardare) assolutamente senza la sua volontà e intendeva a quel punto difendersi da solo, quindi rinunciando alla loro opera “professionale”. Rappresentare se stesso, tutto qua. La “giustizia” americana però non glielo permise, dicendo che ormai era stata accolta la strategia dei suoi avvocati, era quindi considerato un malato di mente (si noti un genio matematico come pochi al mondo, ma questo non viene mai ricordato dai buffoneschi media..) e non aveva perciò né diritto né senso il suo voler esser libero di esprimersi e difendersi. E così accadde che silenziato, con la negazione di un diritto minimo di parola, fu condannato all’ergastolo, alla prigione più dura. Già il grande avventuriero e scrittore Jack London raccontò sulla sua nuda e viva pelle cosa aveva subito dai tribunali e dalla “giustizia” americana..
L’articolo si conclude con la solita opinione popolare, emozionale, fuori contesto, che però “prende” con la spinta giusta il signor Nessuno, quello che s’illude con godimento idiota di informarsi veramente tramite i giornali, ovvero si definisce Theodore John Kaczynski come un “patetico solitario” per il semplice fatto d’aver rifiutato la schiavitù e la degenerazione della civiltà e della società moderna, unicamente per vivere in mezzo alla natura selvaggia, vivendo di caccia, di tempo libero, di armonia e simbiosi con la madre Terra. Un altro giornale, il Post, ripete la questione della sua ammissione di colpevolezza distorta e falsa, altri giornali ancora come pappagalli scrivono i loro riassuntini generici, ma nessuno in conclusione, dimostra di voler raccontare veramente chi fosse e cosa scrisse Kaczynski.
Per chi vuole veramente conoscere l’importanza dell’opera di Theodore Kaczynski, vale la pena leggere naturalmente due opere, la prima è il suo Manifesto in una delle migliori edizioni italiane, l’unica completa con tutte le note originali che ho curato personalmente (ho ricevuto anche i complimenti dell’editore americano, tanto per dirne una..) QUI e la seconda opera, un volume recentissimo e pieno di autori di alto livello (professori, artisti, pensatori, giornalisti d’inchiesta, ecc..) ovvero il primo saggio critico sul pensiero dell’uomo passato alla storia come Unabomber QUI.
Per chi fosse interessato ho curato anche un edizione in lingua originale, inglese, QUI.
Ritengo giusto anche segnalare alcune situazioni molto gravi accadute di recente, in relazione alla sua figura. Il suo nome, ora che è scomparso fisicamente (ma proprio per questo, nello stesso tempo, tornato sotto l’occhio del pubblico), è probabilmente rientrato in una lista nera, di innominabili, di nemici del Sistema, per cui ogni post o articolo pubblicato su Facebook, Instagram o video su YouTube (che non sia proveniente dall’addomesticato e manipolatorio Mainstream) viene totalmente censurato. La motivazione sbandierata da questi censori “libertari”? Il non voler sostenere terrorismo, morte o violenza. Naturalmente è totalmente ridicola come cosa.
I post (miei e di amici che mi hanno segnalato la stessa censura subita in merito a Kaczynski) sono privi di qualsiasi esaltazione mortifera, contengono unicamente un consiglio di lettura in merito alla sua opera. Su Instagram si mostra la copertina del suo Manifesto, un semplice libro. Su YouTube si legge un passaggio del suo scritto. Dov’é la violenza, il terrorismo, la morte? Forse vi è morte nei milioni di video su YouTube di accoltellamenti, risse, omicidi che rimangono tranquillamente online da anni e sono visti ogni giorno da migliaia di persone. Forse vi è violenza nei milioni di video su Instagram di bullismo, aggressioni, stalker molestatori sessuali che circolano senza problemi. Forse vi è terrorismo nel decidere che un libro o un nome sia censurabile.
Io ho fatto la mia parte. Ho parlato di Theodore John Kaczynski tramite i suoi libri sopracitati e curati, tramite playlist con decine di video (spesso copiati..), tramite interviste con importanti autori, ma ho subito queste censure (cancellazione post, blocco di video su YouTube e restrizioni a Facebook) e quasi MAI aiuto da altri “professionisti della contro-informazione” (tutti miseri nella loro dipendenza alla loro “dose” di visibilità, come drogati, in breve perfetti servi del Sistema).
Potete aiutarmi voi, lettori, amici, spiriti coscienti, condividendo laddove non sembrano ancora arrivate le spire della censura (WhatsApp, Telegram, Mail) i miei libri di Kaczynski, condividendo le interviste, i miei video, questo stesso articolo!
Perché parlare di Kaczynski significa parlare soprattutto di un uomo che, tramite una mente lucida e una visione lungimirante, seppe anticipare e raccontare esattamente il nostro quotidiano fatto di droni, telecamere di sorveglianza onnipresenti, microchip di controllo, il potere alienante della Rete, la tentacolare tirannia del Matrix..è un modo rendere onore a chi seppe combattere un nemico che ancora oggi nessuno vede o nessuno non vuole vedere.
Andrea Larsen